“Anche i Demoni Piangono” è la nuova raccolta di Voodoo Kid, sette pezzi tirati con ritmi da club, che nei testi analizzano tematiche legate alla sfera psicologica e alla salute mentale.
Avevamo incontrato l’eclettico Voodoo Kid (leggi qui l’altra intervista) in occasione dell’uscita del suo primo album “amor, requiem”, e oggi lo ritroviamo più energico, più a fuoco ed entusiasta. Il merito è il frutto di un percorso dall’analista che Voodoo Kid ha intrapreso per andare alla scoperta di se stesso e della propria identità.
Acquisendo così quella consapevolezza che oggi gli permette di far parte di una generazione finalmente libera, fluida, che non ha ostacoli in amore, e che non ha paura di urlarti in faccia i suoi sentimenti mettendosi a nudo. Un percorso cominciato probabilmente anni fa quando nel suo stesso nome incluse quel “kid” senza genere.
La sua musica racconta senza mezzi termini il suo percorso di accettazione e le sue passioni, come i manga, i videogame, le serie tv, lasciandosi anche contaminare dai suoi artisti preferiti tra cui 070shake, The Weeknd o Justin Bieber.
Abbiamo chiacchierato sul percorso che lo ha portato a creare “Anche i Demoni Piangono” (Carosello):
Ciao, come stai?
Tutto bene oggi, grazie!
Partiamo dal titolo “Anche i Demoni Piangono”, come sei riuscito a far piangere i tuoi tormenti interiori?
Questa raccolta nasce da un mio malessere, stavo male al punto da non riuscire più a stare bene. Così due anni fa ho intrapreso un percorso di terapia, soffrendo di ansia e depressione non riuscivo più ad ascoltare la mia parte più razionale e positiva, vedevo tutto in modo negativo anche quando non ce n’era motivo.
Alla fine ho capito che quando hai un problema l’unico modo per uscirne è parlarne, ma non prima di aver capito qual è la fonte del tuo malessere, il titolo fa riferimento a questo processo interiore, prima devi guardare i tuoi demoni piangere e poi li devi ascoltare.
Qui entra in gioco la terapia, perché da soli è difficile riuscire a rispondere ai propri demoni anche se si conoscono, ci vuole qualcuno che ti guidi in questa conversazione, e l’album è nato un pò così. Il titolo è venuto dopo, è stata una puntata di “Evangelion” a ispirarlo, che è uno dei miei anime preferiti.
Per me sta a significare quanto ti senti in un modo e sai spiegarne il perché, una cosa che ho imparato a fare parlando con uno specialista dei miei demoni. E’ stato lui a farmi capire di cosa avevo paura, e per me è stata una rivelazione poter finalmente capire quali erano le parti dentro di me che non andavano bene e poter risolvere problemi che tutt’ora ho, ma con cui va sempre un pò meglio.
In Italia la terapia è spesso ancora vista come un taboo, per te è stata fondamentale sia per il tuo benessere che per la ridefinizione della tua identità, pensi che le tue canzoni possono aiutare qualcuno che si sente intrappolato nei suoi demoni?
Onestamente non spero altro, per me la musica è condivisione altrimenti me l’ascolterei con gli amici in cameretta. Ho scelto di parlare solo di questo topic nella raccolta, la chiamo così perché non è nata con l’intenzione di fare un album.
Non avevo deciso a priori di scrivere canzoni sulla mia depressione, sull’ansia, sulla mia fobia dello stare in mezzo alle persone che non conosco e che mi fa star male alle feste, o della mia difficoltà con le relazioni a distanza; sono canzoni scaturite mano a mano da questo percorso di terapia che ho intrapreso.
Di riflesso oltre che a parlarne con lo psicologo sono riuscito a trasformare il tutto in canzoni e non è stato per niente facile, pensa che sono due anni che non usciva niente di mio perché mi sento in continua evoluzione, sia per quanto riguarda la sanità mentale che la mia identità, due anni fa non utilizzavo i pronomi he/him per identificarmi.
Ho affrontato una crescita a livello personale molto importante e prima di dirmi: “dai facciamo uscire un lavoro più cospicuo”, avevo bisogno di esser certo su dove volevo andare e di aver capito a fondo tutto questo.
Com’era il Voodoo Kid di “amor requiem” rispetto a come ti senti oggi?
Oggi Voodoo Kid è sicuramente più maturo. Prima non avevo il coraggio di guardarmi dentro e farmi certe domande per paura del giudizio di tutti gli altri Voodoo Kid che lo compongono.
Oggi sono più cosciente su chi sono, su chi voglio essere e su quale tipo di messaggio voglio veicolare. Chi fa musica entra in qualche modo nella vita di altre persone e se dai il messaggio sbagliato o se non ne dai nessuno, non arrivi in profondità e io è lì che voglio arrivare.
Quali sono state le referenze musicali del disco, ad esempio uno dei mie brani preferiti “Alice02” mi ricorda sonorità di artisti che stimo come 070shake o The Weeknd… ci ho preso?
Sì, per questa raccolta ho fatto l’esatto contrario di quanto fatto con l’album precedente dove ho lavorato con produttori diversi ma ho scritto solo io, per “Anche i Demoni Piangono” ho lavorato con autori diversi ma con un unico produttore (Renzo Stone ndg).
Per capire quale direzione prendere come sonorità ho fatto una playlist da prendere come reference che comprendeva “Modus Vivendi” di 070shake, gli ultimi due album di “The Weeknd” di cui sono megafan dai suoi esordi e “Hyperion” di Gesaffelstein. Quindi ci hai decisamente preso!
La raccolta, nonostante tocchi temi personali anche non facili ha queste sonorità spinte da clubbing che combaciano con la tua personalità esuberante… hai volutamente creato questo contrasto tra i testi e la musica?
Pensa ai testi di Michael Jackson che dice cose assurde ma la musica è super up. Il concetto è stato un pò questo, la gente può apprezzarlo per la melodia ma poi ascolti bene il testo e ti dici: “Ah cazzo! Ma sta parlando di questa cosa?”. Non è scontato ne facile arrivarci, ci ho lavorato davvero tanto ed ora sono contentissimo.
Questo spingere sulla cassa pensi derivi anche dal fatto che sei anche un dj?
Anche, io devo fare qualcosa tutti i giorni o impazzisco, se non è una canzone devo produrre o ascoltare musica nuova, mi serve per sentirmi bene. Ultimamente sono preso molto bene ad ascoltare Burial.
Prima hai citato “Evangelion”, so che hai una passione per gli anime e per i video game che penso si rifletta anche nel tuo look, ho ragione? E hai un personaggio preferito?
No, hai pienamente ragione! (ride ndg). Il personaggio preferito è una domanda difficile… però si ce l’ho e mi ci rivedo sia a livello caratteriale che fisico, è un personaggio che potrebbe essere definito controverso, è un cattivo anzi è il più cattivo dei cattivi mai visti.
Il manga da cui proviene è “Berserk” e lui si chiama Griffith e mi ci rivedo perché anche lui, anche se in modo differente, è afflitto e vessato costantemente da demoni psicologici. E’ una figura strana perché all’inizio sembra il salvatore del protagonista però poi per raggiungere certi obiettivi tradisce i suoi amici, anche se poi si scopre che lo fa per creare un mondo nuovo e migliore.
Sta per partire il nuovo tour, come sarà?
Explosive, baby! Dopo due anni in cui non ho fatto nulla mi sto sono concentrato molto sul live. Vorrei che chi mi viene a sentire capisca un po di più il mio universo anche attraverso quello che vedrà sul palco.
Io sono uno che se può fare una cosa la fa e se non la può fare la fa lo stesso! Oltre alla mia personalità sul palco coinvolgerò altre personaggi a livello scenico, tipo delle ballerine: io voglio fare la popstar!
Che rapporto hai con il tuo pubblico?
Bella domanda, io penso che i rapporti si instaurino dal vivo e purtroppo negli ultimi due anni ho fatto pochissimi live. Aspetto le nuove date per potermi relazionare con tutti.
Abbiamo parlato prima di cosa ti piace, ma ti saluto chiedendoti: qual è l’ultimo album di cui ti sei innamorato?
In macchina ho un cd fisso che è “Future Nostalgia” di Dua Lipa ma in generale devo dirti “Dawn FM” di The Weeknd.
Voodoo Kid “Anche i Demoni Piangono Tour” (date in aggiornamento):
21 gennaio – Piazza della loggia, Brescia
22 febbraio – Off Topic, Torino
28 febbraio – Locomotiv, Bologna
15 marzo – Arci Bellezza, Milano